Una delle cose più odiose del nostro brand aziendale è il fatto che contenga la parola “Vincente”.
Questo termine porta una lunga serie di svantaggi con sé legati in particolar modo a due aree specifiche.
La prima è che in Italia essere “vincente” o semplicemente utilizzare quella parola ti rende odioso. L’italiano medio odia il vincente, lo disprezza e lo denigra regolarmente mentre segnatamente e in segreto lo invidia.
Se sei vincente, sei felice e la maggioranza delle persone odia chi è felice, perché li conduce in un mondo dove la propria mediocrità e la loro incapacità cronica di raggiungere un qualsivoglia risultato di rilievo diviene un limite personale e non più effetto dell’ambiente.
Il vincente, detto in parole povere, sta sui coglioni e la gente mediocre amerebbe disfarsene e gradirebbe con tutto il cuore vederlo fallire, schiantarsi, non riuscire, fracassarsi e farsi così male in modo che non abbia mai più voglia nemmeno di riprovarci.
Se tu stai buono e calmo e “non ti fai venire grilli per la testa”, i mediocri possono intonare in coro i loro canti di dolore, innalzare al cielo la lamentela perenne che la loro vita è uno schifo perché lo Stato, la crisi, il capitalismo, la massoneria o i Grigi dalla quinta dimensione stanno rendendo impossibile la loro realizzazione individuale.
Ma se tu hai il cattivo gusto di riuscire a realizzarti, allora diventi una voce fuori dal coro. Sei la nota stonata che non rende più apprezzabile e ascoltabile la loro melodia di lamento e dolore.
Quando il tuo successo non è più negabile e quindi ignorarti o metterti semplicemente a tacere diviene impossibile, allora scatta la strategia di difesa mentale numero due.
La seconda strategia, prevede come linea di difesa il fatto che se hai ottenuto il successo e sei un vincente, allora ci deve essere del marcio, hai qualcosa da nascondere o sicuramente se veniamo a vedere bene c’è del torbido da scoprire.
A differenza dei paesi di cultura anglosassone, dove il mito del “self made man” è ricorrente e pervasivo nella cultura e chi ce la fa è preso ad esempio e visto come punto di riferimento, in Italia avviene il contrario.
L’italiano medio, seppur con le sue notevoli eccezioni, ha smesso almeno da un paio di generazioni di “fare il cercatore d’oro”. Non cerca più il successo, l’avventura, la realizzazione di un sogno o di un obiettivo.
Non ha più voglia di assaporare il sangue.
L’italiano medio vuole solo stare sul divano con la sicurezza ( o meglio l’illusione) di un posto di lavoro fisso, sgranocchiando Chipster e bevendo birra mentre guarda la sua partita di calcio alla Domenica. Finché non gli tocchi quelle due o tre cose, lui vive beato e felice.
Ne ho sempre più la riprova anche da persone che in realtà sono disoccupate.
Nel Paese dove tutto è dovuto, chi si guadagna le cose è stronzo
Per ovvi motivi professionali ho a che fare con una valanga di imprenditori, spesso decisamente molto bravi. Sai cosa fanno questi imprenditori ogni giorno?
Cercano di offrire lavoro alle persone. E non sto parlando di lavori “insicuri” come quello del venditore, per carità. Parlo di lavori da dipendente con busta paga, ferie pagate ecc…ecc…
Sai qual’è la risposta media che ricevono questi imprenditori? Te la dico subito:
“Guarda, intanto ho ancora qualche mese di disoccupazione pagata, ci risentiamo quando sta per finire.”
Se vado con la memoria a mio padre o a mio nonno, e non parlo di loro specificamente ma delle persone della loro generazione, mi tornano in mente figure di persone che non avrebbero accettato l’elemosina nemmeno un giorno e avrebbero fatto di tutto pur di lavorare e non rinunciare alla loro dignità per nulla al mondo.
L’altro problema italiano sono i presunti imprenditori. Dico presunti perché l’imprenditore è tale in quanto accetta il rischio di impresa, mentre in Italia la verità è che è comunista pure l’imprenditore che si professa liberista.
Prima che salti dalla sedia, evita di entrare nella melassa della polemica politica per cortesia, e cerca di capire cosa sto cercando di dire.
Quando uso in termini ironici come in questo caso la parola “comunista”, intendo una persona che pretende di essere retribuita a prescindere, valutata prevalentemente per le ore passate sul luogo di lavoro o per un presunto “impegno”, piuttosto che per i risultati che porta.
Se questa mentalità può avere un senso incollata a un dipendente, pare ovvio che non avrebbe senso legata a un imprenditore, ma l’Italia rappresenta una eccezione illustre a questo fenomeno.
Permettimi di spiegarti questo concetto in modo che sia a prova di idiota ( non perchè tu lo sia, ma magari qualcun altro sì).
In Italia si fraintende il concetto di “rischio di impresa”, che non significa semplicemente “io rischio i soldi e se va male li perdo io”.
Rischio di impresa, significa rischiare ogni giorno di rispettare gli accordi, la qualità promessa, i tempi di consegna e tutto ciò che si è promesso al cliente finale, o appunto non venire pagati.
L’Italia è la patria degli imprenditori comunisti
Uno dei capisaldi del fare business all’estero e in particolare nei paesi di estrazione anglosassone, è ricevere dal fornitore delle garanzie “no question asked” quando acquisti.
Queste garanzie si riassumono nel fatto che se ciò che mi viene dato non rispetta i termini degli accordi o non è di mio gradimento:
- me lo rifanno
- me ne danno uno nuovo o
- mi ridanno i soldi
a seconda del caso specifico.
Questo avviene sia se sto comprando un frullatore in un supermercato, che se sto acquistando un servizio da un’impresa.
Se sono a Londra come ero un paio di settimane fa e acquisto un tostapane, ho in qualunque momento la possibilità di riportarlo indietro al negozio e (spesso senza mostrare la ricevuta in alcuni megastore!!) la risposta che ottengo alla cassa senza che mi vengano poste altre domande è sempre e solo una :
“Ne vuole uno nuovo o desidera indietro il denaro?”
In Italia questo non succede e al massimo ( di solito dopo averci litigato un bel po’) ti danno un buono di merda per comprare altra roba nel loro pidocchioso negozio.
Io non lo voglio il buono di merda, voglio i soldi indietro come accade a Londra. Cash e sull’unghia.
Quando ho provato a spiegare questa cosa a negozianti e imprenditori in Italia come leva per potenziare il loro business, la risposta più intelligente formulata dal loro spazio vuoto nel cranio che dovrebbe contenere il cervello è stata:
“Eh ma se do le garanzie poi la gente se ne approfitta”
Ora, per te che sei sicuramente più intelligente di questi ramapitechi fuggiti alla legge dell’estinzione e prestati casualmente all’imprenditoria, permettimi di spiegarti il concetto.
Pare ovvio che su base percentuale qualcuno se ne possa approfittare ( e succederà sempre e comunque), ma questa cosa ha un nome specifico, si chiama “Costo di marketing”.
Costo di marketing che permette alla tua attività di attirare persone psicologicamente rilassate verso gli acquisiti e di vendere 100 pezzi invece che 10.
Il problema dell’italiano è che è provinciale nel sangue e non è tagliato nel DNA per fare l’imprenditore.
Per provinciale intendo proprio quel tipo di persona che agisce come se tutto quello che gli capita sia patrimonio dell’umanità e abbia ricadute sulla sua immagine sociale, esattamente come accade nei paesini di provincia dove tutti sanno i cazzi di tutti e per riconoscerti non ti chiedono “Come ti chiami?” ma “A chi sei figlio?”.
Per questo motivo, l’imprenditore ramapiteco di provincia italiano (anche se è nato e cresciuto a Milano si comporta nella stessa maniera, sia ben chiaro), antepone l’orgoglio al business.
Non può tollerare infatti lo “sgarro subito” e per lui il fatto che una strategia commerciale lo metta a rischio che qualcuno “lo faccia cornuto e mazziato” è MOLTO più importante del fatto che i suoi guadagni a fronte di tale sgarbo sarebbero enormemente superiori.
Sì perchè la realtà è che i furbi ci sono anche in Inghilterra, in Germania, in Svizzera come negli Stati Uniti.
Solo che l’imprenditore a stelle e striscie (ma guarda se mi tocca fare l’elogio degli yankee… essù…) lo dà per scontato e appunto mette questi furbi nel reparto mentale “costo di marketing”.
Il Ramapiteco™ invece li inserisce nel reparto “Mimì Metallurgico ferito nell’onore” e quindi sì, due che fanno i furbi ci sono, perciò è meglio vendere 10 tostapane con l’onore illibato che 98 sapendo che due persone mi hanno fatto “connuto” (volontariamente pronunciato alla siciliana con due “n” e senza “r”).
L’ultimo esempio dal vivo mi è capitato con un conoscente che ha un negozio specializzato in attrezzatura da pesca.
Sapendo che sono noto come esperto di vendita, mi ha chiesto consiglio perché spesso gli capita di dover litigare con persone che tornano nel negozio per sostituire canne o attrezzatura della quale non sono soddisfatti.
Altrettanto spesso partono delle sfuriate da entrambe le parti anche davanti ad altri clienti che magari aspettano in fila di essere serviti.
Alla mia domanda:
“Perché non ti limiti semplicemente a sostituirgli l’attrezzatura senza fare domande?”
la risposta è stata la solita:
“Eh, perché questi bastardi se ne approfittano! Io lo so che la canna non era difettosa prima che lui la usasse… chissà che cosa ci ha fatto! E poi a me il grossista mica me la cambia così poi i soldi ce li devo smenare io!”
Il Ramapiteco™ in questione, oltre a accendere la paglia sfregando due pezzi di selce, non ha un cervello in grado di fargli capire alcuni concetti semplici:
- Dando la garanzia “te lo cambio senza fare domande”, il livello di diffidenza e resistenza all’acquisto si abbassa enormemente. Non solo il singolo cliente è portato a comprare più merce o merce più cara, ma fa una efficacissima pubblicità gratis al tuo negozio
- Anche molti di quelli che fanno il “furbo” una volta magari, si sentono in debito e tornano per comprare nuovamente.
- I clienti che assistono alle tue sfuriate per trovare scuse al fine di non sostituire la merce al cliente davanti a loro, comprano meno o evitano di tornare perchè si immedesimano ovviamente nel cliente.
- Tutti fanno una pubblicità di merda alla tua attività che avrà sempre meno clienti fino a che non farai parte di quell’ 80% di attività che fallisce nei primi 5 anni dall’apertura.
Tutto questo per non aver accettato che sostituire un retino e una scatoletta di lombrichi ogni tanto senza fare domande é una delle leve di vendita più fruttuose e importanti di tutte.
In Italia la gente vuole essere pagata per i danni che ti crea e per il tempo che ti fa perdere
Lo ripeto: In Italia il Ramapiteco™ che invece di estinguersi ha preferito aprire un’azienda, vuole essere pagato per i danni che ti crea e per il tempo che ti fa perdere, a causa del vuoto cranico che non gli concede di ragionare oltre al cagare nella foresta per non fare puzza vicino all’accampamento e accendere le foglie sfregando i legnetti.
Vuoi qualche esempio di vita reale? Te lo faccio immediatamente:
1: Commissiono a un traduttore professionista un testo da tradurre. Me lo consegna con mesi di ritardo che ne inficiano il lancio e mi causano una serie sterminata di problemi.
Non solo. Il testo è tradotto così da merda che capisco senza verificare sul testo originale cosa la sua testa di cazzo ha tradotto in maniera erronea tanto che è palese il resto del senso della frase.
Se avessi affidato il lavoro a un Australopiteco ( più evoluto del Ramapiteco™) dotato di un dispositivo connesso a internet, con Google Translate avrebbe fatto meglio.
Me lo devo riguardare frase per frase da solo, perchè il mio inglese evidentemente è migliore di quello di un traduttore professionista a quanto pare. E se il mio inglese magari no, la testa sì e questo è più che sufficiente.
Ovviamente ho pagato il servizio come da accordi (dammi del coglione più tardi, per il momento limitati a seguire il concetto).
Risultato: danno economico + danno di tempo buttato + beffa
2: Commissiono a un subumano che fa pure convegni a tema una campagna di web marketing Pay per Click. Pago in anticipo.
Dopo settimane mi arrivano la media di 2-3 lead al giorno (dove per lead per i meno pratici si intendono persone che cliccano sui tuoi annunci di marketing e si iscrivono alle tue liste, newsletter ecc…lasciando i loro dati).
Con i danni causati ai miei account e ai posizionamenti delle mie campagne ( cose tecniche che non ti spiego), mi ritrovo a cacciarlo e per risposta LUI dice a me
“Mi dispiace che sia finita così e che la collaborazione si interrompa”
Lui a me, capisci?
Risultato : Danno economico + Danno in termini di tempo + beffa finale per presa per il culo
3: Commissiono a uno studio grafico un lavoro a prova di idiota, con tanto di “mock up” (immagini di esempio) che avrebbe saputo replicare anche una scimmia ammaestrata con una tavoletta grafica.
Mi arriva una merda che manco un malato di Parkinson avrebbe fatto non degna di grafica che sviluppavo io in basic ai tempi del Commodore 64 e dello Spectrum ZX.
Devo tirare tutto nel cesso ma devo pagare per il tempo che ho fatto perdere (io a loro!!!). Pago.
Risultato: Danno economico + danno di tempo buttato + beffa
4: Commissiono a un programmatore un software con l’accordo esplicito che mi serve per la data X, perché commercialmente in quella data accade un evento promozionale e devo avere quel programma altrimenti il business ad esso legato se ne va chiaramente a donne di facili costumi.
Sto cazzo di programma non arriva. Pagato in anticipo, come premio ho:
Danno ENORME materiale, danno di tempo e super beffa.
Ora, io che sono un SIGNORE, ho pagato tutti pur di non vederli né sentirli mai più.
Non faccio cause a nessuno, né gli spiego perché dovrebbero pagare loro me per danni al mio business, perché sono troppo subumani anche per arrivare a capire il concetto.
Però ti giuro che godrò quel giorno che la loro attività di merda dichiarerà fallimento come merita, che Equitalia o chi per loro gli verrà a portare via la casa e stapperò champagne di annata il giorno che li vedrò iscritti alla lista dei poveri della Caritas mentre elemosineranno un pasto caldo.
Quasi sicuramente stai pensando che io sia uno stronzo, insensibile, bastardo senza cuore, arrogante e che non si augurano queste cose alla “brava gente” ecc…ecc…
Questo è solo perché in Italia hanno lobotomizzato anche te, e ti hanno convinto che le regole della tribù del Ramapiteco™ siano la norma e vadano bene così.
Sei tu che al massimo devi essere “furbo” e ti ci devi adattare per non farti fottere.
Perchè il business da Ramapiteco™ ti farà fallire per forza
Questo è come si fa “business” in Italia : Paga chi viene danneggiato, il cliente ha sempre torto e come appoggi due soldi sul tavolo perché TU sei una persona onesta, dall’altra parte il concetto di “senso del dovere” non esiste più.
Hai pagato e sono tutti cazzi tuoi.
Un sacco di persone mi dicono:
“Ma sei tu che sei pirla, perché non devi mai pagare prima che ti abbiano svolto il lavoro! Fai come me che sono furbo”
ecc…ecc… (come se non ci arrivassi da solo a capire certe cose).
Il problema è che se anche tu ragioni in questo modo, continui a ragionare da provinciale Ramapiteco™ italiota che non capisce il vero senso delle cose e il loro valore.
I soldi non sono mai il vero problema
Il problema per un cliente, non è “Ah, mi ha inculato i soldi”.
Non sono i soldi il problema.
Rileggi bene e fai lo spelling: non – sono – i – soldi – il – problema
Il problema non è il mio orgoglio ferito nè il denaro. E ti assicuro che seppur con sentimenti diversi, alla fin fine è così per tutti i clienti.
Se tu mi vieni a riparare la caldaia e dopo un giorno in realtà non l’hai veramente riparata e la tua “pezza” salta, il mio problema non è affatto che ti ho pagato.
Il mio problema è il freddo che ho in casa, il dovermi fare la doccia ghiacciata e tutto il tempo che perdo per richiamare te o un altro coglione come te per far riparare nuovamente il guasto. Ci arrivi?
Quindi apri bene le orecchie e cerca di uccidere il provinciale subumano che è dentro di te: il mio problema non è “Non pagarti perchè non hai fatto bene il lavoro”, perchè al tuo danno mi aggiungi anche il problema che devo litigare e perdere ulteriore tempo!
Io vorrei solo un lavoro fatto come si deve e un problema risolto! Niente di più niente di meno.
Vorrei che tu capissi che il sistema italiano, che prevede di base il fatto che tu il lavoro lo faccia sempre male, o consegnato in ritardo o non secondo gli accordi iniziali, è marcio e si autosabota da solo.
Il fatto che il cliente debba sempre stare sulla difensiva, addirittura usare il pagamento come ricatto o almeno “controllo” del lavoro che viene svolto, è una follia che ti hanno convinto sia una cosa normale. Ma non lo è.
I comportamenti che uccidono il business delle aziende italiane
Ora vorrei che tu capissi il punto il più velocemente possibile. In Italia è estremamente difficile fare business per un motivo molto semplice.
Se stai pensando alla “crisi” la tua risposta è sbagliata.
Durante le crisi, non c’è come pensa lo sfigato “meno denaro per tutti”.
In realtà c’è più denaro per pochi.
Quei pochi che riescono a dare al mercato ciò che cerca veramente, risolvendo problemi con
- Precisione
- Velocità
- Rispetto degli accordi
prendono tutto ciò che gira sul tavolo.
Il problema è che in Italia in molti settori non ci sono nemmeno quei “pochi” che prendono quello che c’è sul piatto, perché per deformazione mentale la gente lavora male e tira fregature come norma e non come eccezione.
Sempre la stessa solfa:
“Intanto PAGA e poi vediamo…”
Se pensi che stia esagerando e sono troppo severo, cerca di accendere il cervello con lucidità distaccata e ti accorgerai che invece sono spesso sin troppo “morbido”.
Se io contatto dieci fornitori per un problema specifico, considera che se ho a che fare con persone serie, almeno la metà di loro dovrebbe dirmi che non può aiutarmi perché sono specializzati in altro, non hanno modo, macchinari, tempo, personale adeguato ecc…
L’Italia invece è il paese dell’inculata feroce e senza pietà. Del “tutti fanno tutto”. Del “intanto fallo firmare, prendi i soldi che poi vediamo come fare”.
Mai che ti dicano:
“Guarda non posso perché non sono specializzato in…perché mi manca il tal macchinario…perché non ho il personale giusto per…perché non esiste soluzione per il tuo problema…”
NO! Tutti possono farti TUTTO!
Anche tu hai un’azienda del genere o fai il venditore per un’azienda del genere?
Di quelle che pur di campare prende su qualunque lavoro, mentendo spudoratamente ai clienti pur sapendo di non avere le competenze, i macchinari, il personale o semplicemente il tempo per consegnare il lavoro secondo gli standard richiesti?
Bene, allora Giggino mio, sappi che la “crisi” esiste, perchè la crisi sei tu a crearla con il tuo comportamento da idiota.
La soluzione per vendere di più è più semplice di quello che credi
Come ti dicevo, in Italia è difficile fare business perché le persone sono estremamente diffidenti.
Venditore Vincente – il Sistema di Vendita Professionale è nato proprio perchè metodi stranieri come lo yankee SPIN Selling o il Käser, formulato da uno Svizzero negli anni ’60, secondo quella che è stata la mia esperienza non funzionano se non in maniera blanda in un mercato complesso e difficile come quello italiano.
Meglio di un calcio nei coglioni sicuramente, ma non quello che ti serve per vincere là fuori contro le mitragliatrici del mercato e della concorrenza.
Hai mai fatto una trattativa con uno statunitense, che mette la fiducia come inizio della relazione e non come da noi dove è un punto (eventuale) di arrivo? In quel caso potresti anche usare SPIN Selling. In Italia se vuoi prendere dei calci nel culo accomodati.
Hai mai visto uno svizzero fare una trattativa? Un popolo che quando dice A è A e se dice 12.30 alle 12.29 ha già consegnato la merce ed è sulla via del ritorno?
A maggior ragione in un momento di contrazione economica fortissima come quello che stiamo sperimentando negli ultimi anni, questa roba non solo è passata di moda. E’ utile come una finestra disegnata sul muro.
Il problema come ti dicevo è che questa diffidenza e difficoltà sono generate proprio per il modo terribile di garantire il lavoro da parte delle aziende italiane.
Mi riferisco a 360°, dal modo di condurre il business del piccolo negozio sino alla grande S.P.A. La differenza nella sostanza e nel modo di comportarsi è spesso minima.
La “sòla” come dicono i miei amici di Roma è sempre dietro l’angolo e il cliente italiano è diffidente perchè sa bene che se paga e prende la fregatura, in Italia la legge non lo tutela.
Sì puoi fare causa, che durerà probabilmente un decennio, che costerà molto di più del danno subito e comunque non hai mai la certezza del diritto.
E comunque il problema è che io non volevo vincere una guerra… volevo solo la mia cazzo di caldaia riparata per farmi la doccia calda. Ecco.
Ci stai arrivando ora?
4 Cose da fare per aumentare da subito le tue vendite
Scusami se mi sono dilungato un po’ ma era un po’ di tempo che volevo dire queste cose, avevo sto articolo in canna e volevo sul serio che tu capissi perfettamente il concetto.
Voglio darti ora un vademecum per cambiare immediatamente i tuoi risultati in termini di vendita, il ché non è difficile perché le aspettative dei clienti sono così basse che in Italia con il minimo sindacale preteso altrove sembrerai un genio del business.
- Specializzati. Smettila di fare il ciarlatano che “può fare tutto per tutti”. Non ti crederà nessuno e invece che “lasciarti aperte più possibilità” non farai altro che perdere opportunità su opportunità. Crea la tua Brand e comunica chiaramente “So fare questo e solo questo“.
- Comunica questa tua differenza (magari studia un po’ di Copywriting per comunicare efficacemente ai fini della vendita sul tuo sito, blog, e-mail, brochure ecc..) e comincia a rifiutare clienti che non sono nel tuo “core business”. Indirizzali altrove se puoi o digli semplicemente e in maniera sincera che non puoi aiutarli, perchè non sei specializzato, perchè non hai gli strumenti, le persone o perchè il suo problema per come lui lo percepisce non può essere risolto. Fine.
- Offri una garanzia che elimini completamente il rischio per il cliente nel rivolgersi a te. Più elimini il rischio per il cliente, più rendi facili le tue vendite e per lui acquistare.
- Inserisci nei patti in maniera chiara il fatto che se il prodotto/servizio non rispetta i gusti del cliente o i tempi di consegna o il livello di qualità che avrebbe applicato il buon padre di famiglia tu e la tua azienda:
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- Gli ridate i soldi
- Gli sostituite il prodotto con uno nuovo (Apple fa così)
- Gli rifate il lavoro finché non va bene
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Se sei un venditore e la tua azienda non ti permette di includere una o più garanzie per il tuo cliente quando tu ci metti la faccia, sappi che la risposta è una sola : quella non è un’azienda per la quale valga la pena lavorare. Fine delle discussioni.
Avevo detto quattro cose ma te ne aggiungo una che a me sembra scontata e comunque è utile solo se la metti alla fine di questo processo : fornisci un’esperienza indimenticabile ai tuoi clienti e il futuro ti appartiene.
Ti lascio con alcune testimonianze dall’ultima edizione di Venditore Vincente, per farti capire cosa intendo:
C’è solo una cosa che devi imparare a fare: portare risultati
Quando porti risultati e mantieni o meglio ancora come nel nostro caso, superi le aspettative, le chiacchiere stanno a zero e puoi lasciare i competitor a mangiare la polvere e rosicare per i tuoi successi, mentre i tuoi clienti saranno i tuoi supporter e faranno il tifo per te.
Ed ecco per chiudere un mini video scherzoso per celebrare i 140 partecipanti di questa edizione e i relatori ospiti. Il più grande successo di sempre per un corso di vendita ad alto budget in Italia.
Per la prima volta abbiamo avuto 6 studenti “anziani”, che hanno frequentato la prima edizione, che hanno accettato di venire a condividere con le nuove leve i segreti dell’applicazione di Venditore Vincente nei loro settori specifici.
La vera verità per chi ha seguito il lancio è che abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni settimane prima della data prevista, perché i pompieri ci avrebbero fatto sgombrare… c’era la gente sulle pareti! :)
Non perdere tempo e comincia a prenotarti già da ora per la prossima edizione se non vuoi rimanere fuori come è capitato a decine di ragazzi questa volta ma che si sono già accaparrati i posti per il prossimo giro di giostra :)
Rock ‘n Roll.
Mi scusi, ma le invio il mio commento franco: insignificante, superficiale e spocchioso. Ho buttato via il mio tempo a leggere questo articolo….
Evabbuò ja Fabrizio… Nu fa nind’! Sei vaccinato per la prossima volta e se incappi in un mio articolo non lo leggi più a prescindere :)
Ciao Frank grande articolo come sempre.
Da avvocato vincente, e specializzato (credo di essere l’unico se non il primo legale ad aver frequentato il corso ma correggimi se sbaglio) posso dire e confermare 2 cose:
1 la INCERTEZZA del diritto come hai giustamente detto tu è purtroppo una piaga che causa la diffidenza di cui parli da parte di molti e i comportamenti conseguenti che ne derivano
2 Nulla di più vero riguardo la SPECIALIZZAZIONE di cui parli. Il generalista, in tutti i campi, è out
Un caro saluto Frank e un grazie per il corso che consiglio veramente a tutti i liberi professionisti da avvocati a ingegneri architetti e dottori. Aprite le menti e non rimanete arroccati sui vostri cucuzzoli perché tanto io sono….No voi siete dei venditori esattamente come i ragazzi che erano a Bologna con me, con le palle, con la voglia di migliorare e di investire sul loro futuro. Inoltre credetemi, i I contenuti del corso sono eccezionali, la preparazione, professionalità e la simpatia incredibile, ed il prezzo assolutamente sotto stimato
Insomma quasi da denuncia….
Un abbraccio Frank
Cioè ma si può Nik che Marucci deve trascinare pure gli avvocati ai corsi di vendita? In che razza di mondo viviamo?? :D Non c’è più la certezza di nulla!
Ebbene sì, sei il primo avvocato che ha voglia di spaccare culi e che è un Venditore Vincente certificato! :D
Comunque è proprio vero e lo sai meglio di me perchè è il tuo campo. In Italia tutto è “sistemico” e chi analizza le cose in vitro guardando solo al suo settore spesso non capisce la complessità delle cose.
L’incertezza del diritto negli acquisti è un deterrente ENORME all’economia in generale e alla micro-economia dell’imprenditore e venditore in genere.
Micro economia che però può essere influenzata proprio come abbiamo detto, andando a supplire con garanzie ( coperte dalla propria immagine sociale ) che mettano il cliente al riparo dalle truffe e dai problemi.
Da un certo punto di vista bisogna andare indietro e non avanti, come al tempo dei nostri nonni, dove anche senza “foglio di carta”, la stretta di mano aveva socialmente più valore di un rogito.
Mancano oggi persone dritte e di valore, e di alta caratura morale, non firme sui fogli di carta.
Come sempre non posso fare altro che condividere il tuo articolo. Avevo versato l’acconto per venire al corso di Bologna e in accordo con l’azienda con cui lavoro, avrebbero dovuto saldare la restante cifra. Risultato per avvenuti cambiamenti aziendali, la promessa non è stata mantenuta. Ovviamente sono stato avvisato 2 giorni prima che iniziasse il corso e non ho avuto neanche il tempo di organizzarmi per trovare la cifra mancante che avevo già utilizzato per altre cose. Questa è la situazione in Italia. Chiaro che il rapporto di lavoro è finito e posso solo definirli dei coglioni, hanno risparmiato 1750 euro però hanno perso il migliore venditore che avevano. Evviva a 57 anni si ricomincia di nuovo.
Un abbraccio
Tranquillo Ennio, ti attendiamo la prossima volta con piacere e come sai faremo di tutto per agevolarti e farti uscire completamente soddisfatto dall’esperienza.
Ciò che non ci uccide ci rafforza.
Anche se evitare rotture di palle ogni tanto non fa schifo a nessuno :)
Frank, a parte i contenuti che come sempre sono veri e sacrosanti, questo articolo mi ha fatto ridere da matti. Il ramapiteco è uno spettacolo!!!
Vorrei aggiungere una riflessione: il Ramapiteco in questione che pensa di trovare tanti furbi che possono fregarlo, ha questa paura perchè è lui il primo a fregare gli altri spesso e volentieri.
Ciao Michela, è esattamente così e in psicologia questo meccanismo si chiama “proiezione”.
L’italiano è abituato a inculare, quindi ha paura che lo inculino, e come reazione incula lui per primo in una catena di spiacevoli eventi che rende qualunque acquisto nel “belpaese” una specie di calvario.
A dirla tutta a costo di rendermi impopolare e “perdere punti”, in Italia a differenza che all’estero il venditore è visto come uno zozzo delinguende proprio per questo motivo.
Parole sante.
ciao Frank
la prima parte è tristemente vera, e la colpa è della generazione precedente e della nostra, che stiamo rischiando di trasmettere gli stessi errori ai nostri figli.
Sui 4 punti che hai citato sono assolutamente d’accordo. è un pò che ci penso, perchè anch’io ho, purtroppo , la mentalità di voler soddisfare tutte le esigenze del cliente, che però spesso si rivolge a me quando ha dei grossi casini da risolvere che gli altri non sanno come fare….
Anche riguardo alle garanzie sul prodotto sono assolutamente d’accordo. Esperienza mia al Decathlon: un anno e mezzo di canna di pesca. rotta in due pezzi (per causa mia). senza scontrino. mi hanno rintracciato l’acquisto perché avevo usato la carta fedeltà e mi hanno fatto un buono dello stesso valore, senza neanche fiatare..
Danilo
Grande Danilo, l’esperienza di Decathlon è una di quelle che ti rimette a posto col mondo per un po’ :)
Ovviamente arriva da una grade catena, di proprietà straniera e non italiana dove queste cose sono scontate.
Ora il Ramapiteco medio attaccherebbe la pippa “Eh ma loro hanno le spalle grosse, se lo possono permettere!”, e via così di idiozia in idiozia.
Lasciamoli fallire, è l’unica soluzione.
Direi che è’ così al100x100, l’italiano odia i vincenti l’ottusa mediocrità di appartenenza non allunga l’arguzia, dovrebbero arricchire il loro bagaglio, invece ti detestano e ti invidiano!!!
Esperienza personale: con l’impegno e la sete sempre viva del sapere e del fare, potenzialmente porto avanti vari appalti di vendita anche diversi uno dall’altro, il mio caro amico super venditore che mai dirgli nulla che già tutto sa!!! Son venuta a sapere che a quasi 60 anni vive ancora sulla pensione della zia!!!!! No comment!!
Dai non ci credo! Questa è troppo! XD
Frank come si poò non condividere il tuo pensiero, non ne sbagli una. Anche io, abitando in montagna, ho avuto brutte esperienze con i Ramapitechi che riparano caldaie solo per fare un esempio simile alla tua di esperienza, e di docce fredde ne ho dovute fare. Fino alla settimana scorsa la caldaia che perdeva acqua e il ramapiteco senza nemmeno avere messo giù la cassetta degli attrezzi già farneticava sul boiler (ma che nella mia “Caldaia Custom” non esiste, visto che grazie alle correnti galvaniche si bucava in continuazione) e quando gli dissi “Guarda che il Boiler non c’è” il tipo allora gridò Eureka! E’ lo scambiatore (Ancora ci prova). No non è lo scambiatore è questa guarnizione qua (IO nel frattempo aprivo la caldaia per mostrargli il danno). Dopo aver finito i numeri da circo finalmente mi ha fatto il lavoro, ma se beccava uno che non ne capiva nulla di caldaie (cioè non che mi intenda di caldaie, ma è la mia e ce l’ho da 10 anni, la conoscerò cavolo) gli avrebbe rubato minimo 200 euro! Fortunatamente l’azienda di famiglia non è gestita così e va avanti dal 1950. E su come gestire certe situazioni col cliente, quindi senza fare scenate davanti ad altri clienti ecc, ti troveresti molto daccordo con mio Padre. Complimenti ancora per l’articolo Frank, ti stimo!
Grazie Edoardo. Come vedi i Ramapitechi abbondano anche in montagna ;)
La carrelata di esempi che hai fatto è veramente eclatante e descrive molto bene uno dei problemil. In questi ultimi anni si sono affacciati sul mercato ex dipendenti che pensano di poter continuare a lavorare come quando erano in azienda. “Tanto lo stipendio me lo pagano lo stesso” E il risultato è questo!
E’ che manca proprio una mentalità imprenditoriale. Se prorprio hai il culo di riuscire a chiudere la vendita, nonostante la tua completa incapacità a svolgere quel lavoro. Fatti almeno furbo e trovati un poveretto chè in grado di fare quel lavoro per meno soldi. Almeno non ti sputtani sul mercato!!!
L’altra cosa è che probabilmente anche i negozianti devono trovare dei sistemi per andare in contro ai clienti non soddisfatti. Litigare non può essere una soluzione. Bisogna sempre dare la possibilità di sostituire il prodotto…Non credo che possa esistere una soluzione uguale per tutti.
Il cliente è infedele per definizione. Si tratta però di usare un po’ la testa e capire cosa si può fare. Ogni cliente che esce insoddisfatto dal negozio è un cliente che non acquisterà mai più in quel negozio. E solo uno su dieci ha voglia di venirtelo a dire e litigare. La maggior parte se ne va e non torna più.
Guarda, l’esperienza a queste persone non insegnerà mai nulla. Ho assistito personalmente al fallimento del bar di un amico, che era sempre affollato (facevano molta pasticceria fresca in autonomia e tutto era generalmente molto buono), perchè permettevano alla figlia adolescente di girare nel locale e rompere i coglioni a tutti con i suoi “dischi” e le sue “canzoni”.
Nessuno ovviamente aveva il cuore di dirgli “Guarda che sono qui a bere una cosa e non voglio sentire te che mi rompi il cazzo, e togli i tuoi dischi del cazzo e rimetti la radio per cortesia che c’è la partita”… ma piano piano il locale si è svuotato e la gente è andata a fare colazione e a bere gli aperitivi altrove ;)
Ciao Frank, concordo perfettamente con quello che dici. Io prima di riprendere in mano ciò che avevo accantonato anni fa…..ho esordito acquistando Brand Facile e penso di essere partito con il piede giusto. Sei d’accordo?
Ciao Mauri, partire da Brand Facile è la cosa giusta da fare all’inizio. E’ il primo step fondamentale (infatti vedi che anche quando io lo cito ogni tanto lo metto sempre all’inizio delle cose da fare).
Inoltre chi studia Brand Facile arriva molto più preparato e “predisposto” a capire gli argomenti di Venditore Vincente rispetto a chi è a digiuno e crede sia un corsettino su tecniche mentali di manipolazione per gonzi ;)
Sono una di quelle ex Manager Italiane, lasciate a casa perché la mia funzione è stata “cancellata”, ma, poiché non mi piace guardare le partite in TV, bevendo birra o piangendomi addosso, mi sono buttata a capofitto in un’attività di vendita in internet, mai fatta prima: non nego di fare una gran fatica per tirare su poco o niente e mi piacerebbe davvero seguire il tuo corso Venditore Vincente…dunque che cosa mi frena? Il prezzo che per i disoccupati con famiglia è molto alto: non prevedi delle “borse di studio” o delle agevolazioni per gli sfigati che potrebbero non esserlo più? Un caro saluto e ho apprezzato il tuo articolo.
Ciao Silvia, innanzitutto non sei una sfigata. Sei una persona che si è rimessa dritta e sta cercando di tornare in sella a pieno regime apprendendo nuove cose, quindi tanto di cappello da parte mia.
Secondariamente, se ti occupi di vendita online, il mio corso non ti serve o meglio ti serve l’approccio di uno specialista.
Quindi ti consiglio di stare alla larga da Venditore Vincente e di dare una sbirciata a http://www.guadagnareonlineitalia.it/, dove troverai strumenti pratici che da subito potranno aumentare i guadagni nella tua attività.
Sono gli stessi strumenti che uso io per far girare Venditore Vincente sul web, quindi direi che sei in buone mani ;)
Esilarante oltre a essere cosi.
Tra l’altro se negozianti-aziende-liberiprofessionisti dessero la garanzia soddisfatti o rimborsati sarebbe qui in Italia, dove non lo fa nessuno, sarebbe ancora più efficace… Del tipo: “compra da lui che se il servizio/prodotto non rispetta le aspettative ti rida i soldi indietro o te lo rifà… È l’unico.
Sul discorso.. Il vincente visto con invidia, gelosia e rabbia, qui in Italia è molto forte come cosa, e qualsiasi subumano abbia la bocca cerca di deprimerti per essere fallito quanto lui, se no non va bene.
C’è anche da dire che se non si è in grado di fregarsene e andare avanti di fronte a queste difficoltà, è meglio andare a lavorare pagato a ore in ufficio. Fa un po’ da filtro, scremando chi è abbastanza motivato (non intendo motivato da un corso di formazione, ma dai propri obiettivi e dai propri perché) da chi non lo è.
Bravissimo Daniele hai centrato il punto della questione : ciò che altrove è il minimo sindacale, in Italia ti renderebbe UNICO e sarebbe MOLTO più efficace.
Ti dico la verità senza falsa modestia : da quando ho deciso di creare in sordina una serie di aziende e business in vari settori, ho avuto la possibilità (ma anche indirettamente attraverso i miei studenti) di capire che la concorrenza è così scarsa che in Italia chi fa le cose “normali” è il re.
Riguardo ai demotivatori, è così. Basta non ascoltarli e andare avanti a testa bassa ;)
Cacchio Frank, non c’è gusto a commentare i tuoi articoli, sono così pieni di contenuto e chiari che non c’è più niente da aggiungere o da domandare :-).
Chiunque sia riuscito a leggere questo post mettendo da parte l’orgoglio e soprattutto spegnendo la vocina “consigli idioti” che ci installano nel cervello fin da piccoli (“non si può fare, troppo difficile, troppo rischioso, bla bla”) oggi ha ricevuto una lezione di incommensurabile valore.
Il tuo grande merito secondo me non è solo quello di “insegnare a vendere” ma anche di mostrare i meccanismi sociali deviati che portano le aziende (e l’italia) al fallimento.
con stima e ammirazione
Eugenio
Li faccio un po’ lunghetti ma lo faccio apposta.
Gli articoli del blog non sono “marketing” nè “intrattenimento”.
Sono una buona dose di contenuto duro e puro e di riflessioni sul tema. Se qualcuno reputa gli articoli lunghi significa solo che non è in target né è interessato realmente all’argomento.
Io quando leggo gli scritti dei miei punti di riferimento e delle persone che stimo, non dico mai “ammazza quanto è lungo” ma anzi sono demoralizzato quando finiscono perché “ne vorrei di più”.
Penso che al giorno d’oggi parlare solo di “tecniche di vendita” non permetta quel salto culturale necessario a venditori e imprenditori per fare il cambio di marcia che oggi occorre.
Quindi cerco di dare tanto e di analizzare la fenomenologia degli eventi, e non solo di parlare “in vitro” della disciplina stessa ;)
R ‘n R!
Condivido e sottoscrivo. Fausto Farinelli ( venditore dalla nascita)
Grazie del feedback Fausto ;)
Articolo interessante, grazie Frank.
Grazie a te Loris, a presto!
Complimenti Frank, sei una persona speciale,e te lo dico per la tua profonda semplicita’ nello spiegare le varie situazioni.. Mamma mia sono diventato serio….
Sei comunque un consigliere,che al momento giusto e’ presente.. Non e’ facile andare controcorrente, specialmente quando i tuoi colleghi ci tengono fortemente a vederti” abbattuto”…(Morte tua vita mia ..Giusto??) Ok ma io non sono cosi’ e continuo a mandare a quel paese aziende che mi cercano solo perche’ avevo tanti clienti, poveri (scusa ma l’ho invetata ora: pornocefali) com’e’?? Come diceva “Tirem innanz”…Un giorno mettero’ insieme la cifra e allora verro’a conoscerti dal vivo…Complimenti e grazie Alberto
Grazie Alberto. Le tue parole mi fanno molto piacere, dico la verità.
Continua a darci dentro, a seguire il blog e ad applicare le strategie che vi trovi dentro.
Non fare come tutti quelli che cadono nella trappola: “E’ gratis allora sarà robetta tanto per…” perchè non è così.
Quando sarà il momento ci incontreremo. A presto!
Condivido al 100%!!!!!!
;)
Ciao Frank, condivido e sottoscrivo OGNI parola che hai detto.
Non hai idea di quante esperienze negative ho con designer italiani e simili… in particolare anche io nell’ambito grafica ho ricevuto un bidone talmente grande che avrei potuto fare un logo migliore da solo usando Paint in Windows XP (per dare un’idea forse troppo buona :) ).
Come te in questo caso mi sono limitato a pagare per non dover discutere e avere rotture di palle maggiori della fregatura che già avevo preso… in ogni caso ho detto al “designer” (come LUI si definisce) che continuando a lavorare in quel modo stava andando incontro a fallimento certo.
VOGLIAMO PARLARE DI HOSTING ITALIANO?
Qualche volta quasi per scherzo ho provato diversi servizi di hosting e o non ricevevo risposte a tono o in qualche modo utili (classico) o addirittura NON RICEVEVO ALCUNA RISPOSTA.
E per un servizio che hai pagato non ricevere risposta non esiste!
Riguardo a clienti che mi chiedono consulenze: spesso qualcuno mi scrive e mi parla della sua azienda. Prima di iniziare a fare la pagina di vendita (se il prodotto è di qualità e l’azienda seria) cerco di indagare in cosa si potrebbe migliorare nel sistema di vendita e nell’esperienza dell’utente.
…non sai quante volte dopo aver “chiacchierato” per email per un po’ e dopo che gli avevo dato (al cliente generico) qualche secondo me utile consiglio misteriosamente SPARIVA e non si faceva più vedere.
La fantomatica “crisi” vista all’italiana è solo un problema MENTALE: secondo me l’italiano medio non solo non fa qualcosa per “uscirne”… ma ci entra ancora più in profondo… e alla fine ti viene da dire che SE LA MERITA! :-)
Articolo un po’ lungo ma sicuramente molto interessante con molti spunti utili di ragionamento :-)
Ciao
Andrea
Ciao Andrea, come vedi la situazione è esattamente quella che dipingo (magari con espressioni colorite), ma niente di più niente di meno.
Chi è in grado di accettarlo e volgere la situazione a suo favore, semplicemente sbanca.
Pura semplice constatazione di quello che accade , personalmente ne sono schifato da questa situazione . Come VV e con il titolo di pioniere che mi tengo stretto, ti confesso che mi sento più forte nei confronti di questi subumani e va meglio . Proprio settimna scorsa si concluso un rapporto difficile con un’ azienda dove i clienti non erano risorsa, ma problema dove mi veniva consigliato di non andarli a trovare perchè… ect. , di aprire solo contatti nuovi. Azienda con operai in cassa integrazione a confermare le tue parole. Un abbraccio
Ciao Alberto. E’ necessario che i bravi venditori diventino anche coraggiosi e decidano di punire (andandosene) le aziende che non si mostrano ricettive alle necessità del mercato.
Solo in questo modo sarà possibile valorizzare le eccellenze del territorio italiano e lasciar morire chi non merita più di stare sul mercato.
So da Augusto che mi parla sempre di te che stai facendo un grande lavoro.
A presto!
W il ramapiteco TM :D
(registriamo?)
Qualsiasi commento a questo articolo rischia di risultare superfluo e soprattutto banale tanto è “esaustivo”.
Quindi “sfrutto” questo spazio per una precisazione in virtù del fatto che recentemente, alla consueta categoria degli insicuri che mi scrive continuamente in pvt su FB per ulteriori “rassicurazioni” sul corso Venditore Vincente (non saprei come altro definirle visto che mi chiedono sempre le stesse cose che dico già nella mia videotestimonianza che mi garantiscono hanno già visto) recentemente se ne è aggiunta un’altra che è quella degli “scioccati” dal linguaggio e dallo stile che a loro dire li inibirebbe –rendendoli titubanti- dall’iscriversi al seminario.
A costoro dico quanto segue che è quasi imbarazzante per quanto dovrebbe risultare ovvio:
Nella vita volete conseguire risultati o attenervi a dei presunti principi quali sobrietà di linguaggio, gentilezza nei modi e cordialità nell’esposizione?
Il principio principale a cui dovreste attenervi è quello di provvedere a voi stessi e ai vostri cari.
PUNTO!
Quindi –rielaborando a modo mio quello che ci disse durante una riunione il Direttore Commerciale di una grossa multinazionale circa 30 anni fa- vi dico quanto segue:
“Quando il direttore di banca chiama a casa in vs. assenza dicendo a vs. moglie che dovete rientrare immediatamente dal fido se no so’ cazzi, a vs. moglie non frega un cazzo che voi poi la sera gli diciate che non avete frequentato l’unico corso di Vendita che funziona in Italia e che può rimettervi in sesto finanziariamente perché “sai cara, con quel linguaggio un po’ così, non me la sono sentita di dare dei soldi a quel…”.
Quando l’insegnante di vs. figlia vi chiama a casa per sapere come mai siete gli unici genitori che non mandano la propria figlia in gita, non so quanta presa possa fare la vostra giustificazione che non avete abbastanza soldi perché quel Frank Merenda deve smetterla con quel linguaggio scurrile”.
Questo modo fallimentare di pensare in Italia ha fatto la fortuna dei nostri politici incapaci, che hanno sopperito alla loro inettitudine gettando fumo negli occhi con i loro studiati modi furbescamente garbati.
Quanta povera gente ho sentito dire –soprattutto a livello locale- che votava quel politico lì perché “è tanto a modino quel signore lì; pensa, a me che non sono nessuno/a ogni volta che passa mi saluta… Com’è gentile, com’è garbato… mentre quell’altro là… certo, sarà pure bravo, dirà pure cose giuste, ma l’è così antipatico… ma chi si crede di essere… io il voto a quello lì non glie lo darò mai!”
Bravi, continuate così…
Privilegiate l’adulazione alla competenza, il linguaggio politically correct ai risultati, che ne farete di strada…
Grandi consigli e grandi verità . Sempre illuminante :)
Ciao Andrea, grande!
Bellissimo articolo Frank! Certe cose noi venditori le abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, ma ormai siamo talmente assuefatti dal sistema che tendiamo a conviverci. Questi articoli sono una manna perchè è come prendere una secchiata d’acqua fredda in faccia quando ti stai addormentando al volante.. Realizzi subito che stavi per lasciare la fast lane e rientri in carreggiata.. Grazie! :-)
Grazie del feedback Ferdinando. :)
P.S. Se vuoi essere rimanere sempre aggiornato sui nostri articoli, ti suggeriamo di iscriverti alla nostra newsletter -> http://venditorevincente.com/risorse-gratuite/
Ciao!
Ottimo articolo.
Sono pienamente d’accordo.
Quindi anche tu dai la garanzia soddisfatto o rimborsato?
Come gestisci la cosa?
Se uno fa il corso e dice che non è all’altezza delle sue aspettative, basta che ti chieda i soldi indietro?
Mi sembra un po’ un controsenso rispetto al discorso del posizionamento, per cui se sei riuscito a farti percepire come “figo” vendi a prescindere da un’eventuale garanzia.
Oh, senza polemica. Ma vorrei veramente capire.
Ciao Alberto,invece hai fatto una ottima domanda (che non mi sarei aspettato sinceramente), perchè hai colto bene il concetto di branding :)
La garanzia come ho scritto non é necessariamente quella di dare i soldi indietro. Dipende appunto da posizionamento e dal messaggio che vuoi comunicare al tuo target.
Il primo a usare la garanzia “Se dopo il primo giorno non ti piace il corso ti ridiamo i soldi indietro” è stato Alfio Bardolla, in funzione del brand e delle strategie di marketing creategli dal più noto esperto di branding in Italia al secolo Marco De Veglia (lo trovi citato più volte nei mie articoli, credo non ci sia bisogno di tornarci sopra).
Nel mio caso, sempre su consiglio e direzione di Marco che si è occupato anche della creazione del mio Brand, abbiamo optato per un altro modello di garanzia, che è quello “hai un anno di assistenza continua con me, all’interno dell’apposita area riservata”, che è stato ritenuto più appropriato e più in linea con la nostra azienda.
Il concetto è che la garanzia deve andare di pari passo a quelle che sono le aspettative del tuo target e appunto del messaggio che il tuo brand comunica.
A presto!
L’esempio dello studio grafico dimostra che ti stai rivolgendo ad un profesisonista senza conoscere il servizio che offre, pretendendone uno di tua fantasia. Questo è errore tuo ed è giusto che paghi.
certo JT, è sempre coglione il cliente, ci mancherebbe :)
ciao frank volevo sapere se c’e’ la possibilita’ di freguentare un mini corso o qualcosa del genere (per una questione economica non per altro),ti ritengo una persona con una grande apertura mentale e molto competente.
saluti raffaele
Ciao Raffaele,
Venditore Vincente è già una versione “compressa” di materiali che starebbero bene in un paio di settimane di corso :)
Quindi no, non è possibile. Si impara solo in aula, con relazione dal vivo con i trainer e con il metodo che ho progettato.
Se vuoi imparare a vendere, il primo step è dimostrare a te stesso che sei in grado di farti quel culo in più in grado di procurarti la cifra per venire al corso.
Se non hai quella voglia, quell’atteggiamento mentale, quella dedizione al sacrificio ma il tuo cervello come prima cosa cerca “le scorciatoie”, non ce la farai nella vendita in generale.
Venditore Vincente non è “una scorciatoia” per pigri. E’ uno stile di vita. E farti il culo per potertelo pagare è la “barriera di ingresso” che separa chi ce la farà da chi non ce la farà.
Quindi datti da fare e continua a seguirmi :)
Che belli i tuoi articoli Frank, e questo in particolare, anche se a. Qualcuno non è piaciuto, rappresenta l’Italia di oggi, dove il massimo che uno può pensare è appunto la fortuna che ha avuto a finire in disoccupazione così se ne sta a casa a far niente e guadagna pure… alla faccia di chi tutti giorni sveglia la sua Impresa Personale, gli lava la faccia, la pettina (io che son pelato mi rado quel poco che mi resta…), prepara la prole, va al lavoro, ecc. . Ecc. Anche io ho vissuto. Un fallimento, purtroppo fine luglio 2009, agosto e settembre niente da fare, ma il primo di ottobre ho ricominciato (da resp commerciale , estero che ero a magazziniere-mulettista-impiegato) per poi dopo pochi mesi cercare e trovare altro più consono alle mie capacità. Ma quando al mattino mi guardo allo specchio, vedo una persona che ha mantenuto la sua dignità, valore che oggi sta scomparendo, una persona che cammina sempre a testa alta!
Grazie e buon lavoro.
Ciao Donato.
Il “fallimento” non esiste. E’ una sorta di “taboo” solo nella cultura italiana perchè si ragiona ancora con la mentalità del bottegaio di provincia, che fa lo stesso lavoro tutta la vita nel suo negozietto e quindi se è onesto e con un minimo di intelligenza le cose non possono andargli male.
Ovviamente le cose non stanno così.
Nella cultura anglosassone il fallimento di un business è una cosa normale. Anzi, il fallimento plurimo, ovviamente se si impara dai propri errori e non li si ricommette in continuazione sempre uguali, è l’unica strada per il successo.
Se è accettato che sbagliare e correggersi è l’unico modo per imparare, questo vale anche nel business.
Quando la gente ci arriverà, allora si potrà parlare di idee audaci, di tentare qualcosa di diverso e forse l’economia potrà risollevarsi. Se non quella generale, almeno quella personale di chi avrà coraggio.
Dacci dentro e a presto :)
beh, io quando ho visto arrivare in banca il bonifico del 1° mese di disoccupazione, ci sono rimasto come un cane bastonato: IOOOOOO, CHE MI FACCIO MANTENERE DAI SUSSIDIIIIIIII !!! ma siete fuoriiiiiiii !!!???!!! Ho aperto partita Iva nei 10 giorni successivi !!!
sarò anche un imbecille, potevo anche approfittarne, ma preferisco andare in giro con la schiena dritta (per il momento).
Ciao Andrea, come ha detto anche Frank in questo articolo, i nostri padri non avrebbero accettato l’elemosina nemmeno un giorno e avrebbero fatto di tutto pur di lavorare e non rinunciare alla loro dignità per nulla al mondo. Dacci dentro!
Anch’io grande esperienza decathlon. rotto un gancetto della tenda da campeggio. il gancetto non si trova, ritirata la tenda INTERA !!! come puoi cambiare negozio ??
fossero tutti così
Mitici alla Decathlon!
Donato, anch’io sono stato licenziato da resp. commerciale. Quando ho visto arrivare il primo bonifico della disoccupazione, sono rimasto come un cane bastonato: COSAAAA, IOOOO CHE VIVO DI SUSSIDIIIII, MA SIETE FUORIIIIII???!!!???, in meno di 10 giorni ho aperto la P.IVA e sono andato a suonare campanelli per vendere aspirapolvere.
Almeno la schiena sta bella dritta e la vita la guardi dritta negli occhi !!! ora mi sto preparando a fare altro, ma almeno mi sono tenuto in allenamento come venditore (che nessuno mi venga a dire che sono uno che sta in ufficio, perchè gli stacco la carotide a morsi !!)
Andrea non ti agitare! :D
Buonasera, mi chiamo Silvia e attualmente collaboro con le aziende nel settore elettro medicale e dermocosmetica nano molecolare come segnalazione clienti.
Sono figlia d’arte , mia madre è titolare di un centro di estetica , dove nel corso degli anni si sono presentati svariati agenti di commercio , promettendo apparecchiature miracolose .
Il mio lavoro è nato come una vocazione , ho collaborato con un azienda che adesso non cito , dove le belle parole e la tecnologia non erano frutto del loro sacco e tutto primo o poi crollava .
Per mia fortuna , ho sempre operato nel pieno rispetto del cliente , dando il mio sapere anche a fondo perduto e ciò mi ha ripagato con un fidelizzazione da invidia.
Chi ha avuto il piacere di conoscermi , mi si affida senza indugio , ecco perché oggi nasce un rapporto di segnalazione clienti con le aziende.
La prima regola per un agente secondo me è la correttezza .
Ciao Silvia,
è vero ciò che dici ma mi permetto di dire che la correttezza non dovrebbe essere “la prima regola”.
Dovrebbe essere una cosa implicita proprio dello stare in affari.
Il fatto che noi si debba sottolinearla come una presunta “qualità” è un indicatore di quanto grave è il problema :)
Un bello scossone. Grazie Frank!
E la prossima volta che ti serve un lavoro di grafica chiamami. Soddisfatto o rimborsato. Questo è quello che ho imparato :D
Un saluto in attesa di partecipare al tuo corso!
Ciao Davide! Ok!! :)
Articolo ricco di contenuti come sempre! Sto constatando che abbiamo una struttura sociale che ha “programmato” dei comportamenti nelle vendita assurdi e demenziali, da ramapiteco che pretende, che fa danni e che minaccia.
Non c’è spesso il rispetto degli accordi e soprattutto vivo in un popolo di tuttologhi in grado di far tutto tranne che risolvere i problemi del cliente da professionista specializzato.
Un tema molto sensibile in Italia è quello sulla garanzia, conosco personalmente persone che cambiano integralmente un prodotto o una soluzione quando non funziona o quando il cliente non è soddisfatto e hanno un ritorno esponenziale nel tempo in termini di business.
Caro Frank il business aspetta pochi, l’oro aspetta pochissimi e siamo qui per assaporare il sangue!!!
Mi stai distruggendo quel residuo di politically correct che ho, complimenti!!!
Dacci dentro Danilo!
Frank, ma ho notato che molte persone (operai per lo più) tendono a dirmi: ma nella vita,per fare l’imprenditore bisogna farsi la “gavetta”,quando arriverai a guadagnare tanto sarai comunque anziano.Secondo me la gavetta sembra più una scusa per sfruttarti,più che per poter guadagnare. Tu cosa ne pensi?
e dicono anche, che i soldi onestamente non li fai!
Con tutto il massimo rispetto per gli operai, sono l’ultima persona al mondo alla quale chiedere suggerimenti su come si fa denaro.
E bisognerebbe ricordargli che se quel “disonesto” del loro imprenditore prende i soldi, se ne va a cuba e li sbatte tutti in mezzo a una strada a fare la fila alla caritas, poi non devono piangere e invocare i sindacati.
Certo :) però tu insegnando il sistema di vendita allo stesso tempo stai anche insegnando a guadagnare,dato che per guadagnare bisogna sempre vendere un qualcosa: case,prodotti ecc.. Il problema è quando tendono a condizionarmi dicendo: eh ma tanto non guadagnerai mai, non hai nemmeno preso un diploma,come puoi pensare un domani di poter aprire o gestire un’impresa? Ma pensa a trovare un lavoro onesto e portare a casa uno stipendio,lascia perdere quella gente li,vedrai che poi a lungo andare,con la gavetta guadagnerai avrai possibilità di guadagnare.E io gli chiedo: ma scusate (famiglia,amici,colleghi ecc.) ma se il diploma o nell’eventualità anche la laurea sono cosi essenziali per poter lavorare ed avere successo, ed il vostro metodo è corretto,perchè ci son tanti laureati e diplomati disoccupati che non sono ricchi? O quantomeno benestanti? Piuttosto diventate voi ad essere ricchi o benestanti, poi al limite mi darete lezioni. La laurea credo serva per aver una cultura nella vita,non per aver successo.Io voglio prendere spunto da chi ha ottenuto almeno un minimo di risultato,non pretendo tanto,ma un minimo.Io son sempre stato convinto che nella vita bisogna investire in qualcosa che poi ti possa rendere (corsi di vendita,case ecc.) e poi quei soldi reinvestirli.
Ciao Frank! Sei semplicemente e unicamente un grande!!
Sono completamente daccordo con te!
Anche in Alto Adige dove sia per quanto riguarda la cultura, sia la mentalitá che si va a mischiare un pó a quella tedesca/austriaca purtroppo sta prendendo sempre piú piede la mentalitá “dell’inculata al prossimo”.. Daltronde con i politici che ci ritroviamo, che come dire.. danno il buon esempio, non c’é da stupirsi..
Cmq. non vedo l’ ora di partecipare al tuo prossimo corso e di conoscerti personalmente!
Nel frattempo mi faccio il culo come si deve per procurarmi la cifra in questione! ????
Hai gia in mente la prossima data??
Saluti da Bolzano
Patrick
Non fare caso a tutti quei ???? dietro alla cifra in questione, non erano voluti! In teoria dovevano andare a finire dietro alla prossima data!! %-)
ciao Patrick, manda una mail a silvia[at]venditorevincente.com per maggiori info! ;)
Ciao Frank,ritengo che anche in quest’ultimo articolo sottintendi quale debba essere lo scopo di un imprenditore.E’ ormai quasi un anno che ti leggo o per meglio dire che rifletto sugli argomenti postati e li raffronto con la mia realta’ che nonostante il successo professionale, ad oggi risulta essere un ottimo esempio di impresa artigiana senza futuro se resta cosi’.Dai commenti che ricevi,se posso esprimere la mia opinione,e’ chiaro che ci sono imprenditori ancora legati ad una visione del prodotto prima di tutto.Aver compreso quale sia lo scopo dell’imprenditore,fa leggere quanto scrivi con un ottica diversa e,ne fa scoprire i contenuti fino al punto che,come e’ successo a me,ci si ritrova a dover fare una scelta:-continuare cosi’ limitando i danni e sperando in tempi migliori, oppure -ricollocarsi spostando in avanti la visione imprenditoriale,il che significa trasormare “un posto di lavoro acquistato” in azienda.Che cavolo Frank….lo sai vero che descrivi lo stato ed il futuro della maggior parte dell’imprenditoria italiana?… Saluti, Thomas P.S.:I settori non sono differenti,sono gli imprenditori ad esserlo…ramapitechi e non.
Ciao Frank, ti ho scoperto da pochi giorni e quello che sto leggendo è interessantissimo. Sto iniziando come venditore ed i tuoi consigli sono davvero preziosi. Spero di poter seguire presto un tuo corso.
Ciao Francesco. Grazie del feedback. Se vuoi essere avvisato non appena usciranno i nuovi articoli, ti suggeriamo di iscriverti alla nostra newsletter -> http://venditorevincente.com/risorse-gratuite/
Ti aspettiamo al corso appena puoi ;)
In questa pagina puoi trovare tutti i dettagli del prossimo seminario: http://www.corsovenditorevincente.com
Ciao!
Ehi, Frank!
Una mia amica gestisce un negozio in franchising ed effettua giustamente il reso merci ai clienti insoddisfatti. Si lamenta però del fatto che la maggior parte degli articoli che le tornano indietro e che lei sostituisce provengono da un altro negozio della catena (situato in una location più “in” e frequentata durante il weekend per lo shopping).
In questo modo, l’ottimo servizio reso ai clienti dalla catena sembra solo danneggiare la mia amica.
Che ne pensi?
Davide, ho detto di essere disponibili con i PROPRI clienti, non con quelli di altri :)
Essere in un franchising non significa che io debba farmi carico di tutti i resi degli affiliati d’Italia.
Un po’ di buonsenso, su.
Se poi la tua amica lo fa apposta per strappare clienti all’altro punto vendita nella zona più “in”, allora sta accettando consapevolmente un costo di marketing aggiuntivo.
Tutto lì.
Hello Frank! Ho notato una cosa che non solo i venditori vengono considerati come dei ladri,ma anche chi fa il meccanico e ti spiego il perchè.Un mio amico,non chiedermi come gli è successo,dato che non ero presente nel momento del danno :) ma alcuni suoi amici “involotariamente” gli hanno causato un gibollo della madonna sul portellone e giustamente lui voleva andare dal meccanico.Perchè dico voleva? Perchè un altro mio amico gli fa: seee ma va,son tutti ladri i meccanici,per ripararti il gibollo ti chiedono minimo 200 euro e poi da li si inventano altri 1000 problemi per fregarti soldi,piuttosto prova tu dall’interno a sistemarlo -.-.Io gli ho detto,scusate ragazzi ma è il vostro mestiere riparare i gibolli delle macchine? Se lui ha un bisogno è giusto che si rivolga a chi di dovere,paga quello che deve pagare.E poi non tutti i meccanici son disonesti.E li ancora: guarda che devono essere disonesti,altrimenti fanno la fame!Piuttosto è meglio che si tenga il gibollo!Premetto che non sono un meccanico,però quello che mi ha dato enormemente fastidio è che generalizzano tutti come ladri,truffatori.
ciao Mirko. Che roba sarebbe un “gibollo”? Una sorta di ammaccatura in qualche dialetto strano? :D
In sintesi si è un’ammaccatura! :D
Ok, capito :D
tutto talmente vero che ne sono sconvolto. Rock’ n Roll !!
;)
Ciao,
Ho letto e hai ragione, in effetti le aziende che prosperano in Italia sono quelle che lavorano come hai descritto tu alla maniera anglosassone (Ferrari, Tods, ecc.. per fare esempi di aziende conosciute).
Riguardo al corso Venditorevincente ho una domanda, ho guardato i primi tuoi tre video gratuiti dove in uno fai vedere un grosso libro che hai studiato in America per imparare le tecniche di vendita e quello era una parte delle cose da studiare, mi chiedo come si puo’ in un corso di soli tre giorni imparare cosi’ tante informazioni.
Grazie,
Davide
Articolo straordinario, grazie di averlo scritto :-D Se riusciresti (sempre se lo vuoi) a scrivere con la stessa efficacia articoli leggermente piu’ brevi saresti il massimo
Danilo tranquillo, purtroppo nel mondo di twitter la gente si è abituata alla brevità. Ma la brevità non sempre è un valore, soprattutto quando si devono distruggere idee sbagliate e preconcetti.
Leggere non deve essere uno “sforzo”. Significa solo che sei disabituato. Quindi ti consiglio io al contrario di spegnere un po’ la televisione, buttare la Gazzetta dello Sport e ri-aprire quelle cose a forma di parallelepipedo che si trovano in biblioteca e nelle librerie. Se ti chiedono il nome specifico digli “libri” e vedrai che capiscono ;)
A parte gli scherzi, grazie mille per il bel feedback. A presto! Ciao :D
Semplicemente e tremendamente reale. Concordo su tutta la tua disamina dell’Ita GLI ano medio. Grande Frank.
Grazie.
Frank mi hai dato una manata in faccia con questo articolo!
Prima di leggerlo avevo inserito nelle mie condizioni di fornitura, un rimborso sull’ordine successivo, in caso di ritardo sulla consegna.
Sentivo nel profondo che non andava bene, che era una mezza presa in giro, non solo nei riguardi del cliente, ma soprattutto di me stessa.
Allora ho immediatamente cambiato e ho scritto chiaramente: se non ricevi entro la data stabilita ti restituisco i soldi.
Sì perché il sistema VV è principalmente una questione di c***ni, e se non ce li metto io non li può mettere nessuno al mio posto.
Il corso VV dà tutti gli strumenti per affrontare il mercato e vincere, il problema è che per usarli devi metterci il coraggio e l’umiltà di stravolgere tutto ciò che hai fatto fino ad ora, ed è la cosa più difficile da fare, soprattutto se sei uno che ottiene risultati e la tua azienda è in piedi da anni e ti fa “vivere bene”.
Io però non credo che mi basti “vivere bene”, io voglio lasciare un segno, voglio essere una persona che ha intrapreso un cammino in salita ed è arrivata in vetta e ha ottenuto un enorme successo per se stessa e per chi le sta intorno.
Conoscerti e studiare il tuo sistema è la migliore occasione che mi sia capitata nella vita per prendere in mano il mio destino e fare veramente qualcosa di utile anche per gli altri: creare valore.
Infinitamente grata.
:))
Frank sei un vero leader, chiaro e diretto come pochi, avremmo bisogno di piú persone come te in Italia.
Ciao Tonino, come stai? Un caro abbraccio.