Lo sbaglio piu’ grande nella vendita che in Italia commettono tutti (e come invece TU puoi evitarlo!)

Una delle cose più odiose del nostro brand aziendale è il fatto che contenga la parola “Vincente”.

Questo termine porta una lunga serie di svantaggi con sé legati in particolar modo a due aree specifiche.

La prima è che in Italia essere “vincente” o semplicemente utilizzare quella parola ti rende odioso. L’italiano medio odia il vincente, lo disprezza e lo denigra regolarmente mentre segnatamente e in segreto lo invidia.

Se sei vincente, sei felice e la maggioranza delle persone odia chi è felice, perché li conduce in un mondo dove la propria mediocrità e la loro incapacità cronica di raggiungere un qualsivoglia risultato di rilievo diviene un limite personale e non più effetto dell’ambiente.

Il vincente, detto in parole povere, sta sui coglioni e la gente mediocre amerebbe disfarsene e gradirebbe con tutto il cuore vederlo fallire, schiantarsi, non riuscire, fracassarsi e farsi così male in modo che non abbia mai più voglia nemmeno di riprovarci.

Se tu stai buono e calmo e “non ti fai venire grilli per la testa”, i mediocri possono intonare in coro i loro canti di dolore, innalzare al cielo la lamentela perenne che la loro vita è uno schifo perché lo Stato, la crisi, il capitalismo, la massoneria o i Grigi dalla quinta dimensione stanno rendendo impossibile la loro realizzazione individuale.

Ma se tu hai il cattivo gusto di riuscire a realizzarti, allora diventi una voce fuori dal coro. Sei la nota stonata che non rende più apprezzabile e ascoltabile la loro melodia di lamento e dolore.

Quando il tuo successo non è più negabile e quindi ignorarti o metterti semplicemente a tacere diviene impossibile, allora scatta la strategia di difesa mentale numero due.

La seconda strategia, prevede come linea di difesa il fatto che se hai ottenuto il successo e sei un vincente, allora ci deve essere del marcio, hai qualcosa da nascondere o sicuramente se veniamo a vedere bene c’è del torbido da scoprire.

A differenza dei paesi di cultura anglosassone, dove il mito del “self made man” è ricorrente e pervasivo nella cultura e chi ce la fa è preso ad esempio e visto come punto di riferimento, in Italia avviene il contrario.

L’italiano medio, seppur con le sue notevoli eccezioni, ha smesso almeno da un paio di generazioni di “fare il cercatore d’oro”. Non cerca più il successo, l’avventura, la realizzazione di un sogno o di un obiettivo.

Non ha più voglia di assaporare il sangue.

L’italiano medio vuole solo stare sul divano con la sicurezza ( o meglio l’illusione) di un posto di lavoro fisso, sgranocchiando Chipster e bevendo birra mentre guarda la sua partita di calcio alla Domenica. Finché non gli tocchi quelle due o  tre cose, lui vive beato e felice.

Ne ho sempre più la riprova anche da persone che in realtà sono disoccupate.

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Nel Paese dove tutto è dovuto, chi si guadagna le cose è stronzo

Per ovvi motivi professionali ho a che fare con una valanga di imprenditori, spesso decisamente molto bravi. Sai cosa fanno questi imprenditori ogni giorno?

Cercano di offrire lavoro alle persone. E non sto parlando di lavori “insicuri” come quello del venditore, per carità. Parlo di lavori da dipendente con busta paga, ferie pagate ecc…ecc…

Sai qual’è la risposta media che ricevono questi imprenditori? Te la dico subito:

“Guarda, intanto ho ancora qualche mese di disoccupazione pagata, ci risentiamo quando sta per finire.”

Se vado con la memoria a mio padre o a mio nonno, e non parlo di loro specificamente ma delle persone della loro generazione, mi tornano in mente figure di persone che non avrebbero accettato l’elemosina nemmeno un giorno e avrebbero fatto di tutto pur di lavorare e non rinunciare alla loro dignità per nulla al mondo.

L’altro problema  italiano sono i presunti imprenditori. Dico presunti perché l’imprenditore è tale in quanto accetta il rischio di impresa, mentre in Italia la verità è che è comunista pure l’imprenditore che si professa liberista.

Prima che salti dalla sedia, evita di entrare nella melassa della polemica politica per cortesia, e cerca di capire cosa sto cercando di dire.

Quando uso in termini ironici come in questo caso la parola “comunista”, intendo una persona che pretende di essere retribuita a prescindere, valutata prevalentemente per le ore passate sul luogo di lavoro o per un presunto “impegno”, piuttosto che per i risultati che porta.

Se questa mentalità può avere un senso incollata a un dipendente, pare ovvio che non avrebbe senso legata a un imprenditore, ma l’Italia rappresenta una eccezione illustre a questo fenomeno.

Permettimi di spiegarti questo concetto in modo che sia a prova di idiota ( non perchè tu lo sia, ma magari qualcun altro sì).

In Italia si fraintende il concetto di “rischio di impresa”, che non significa semplicemente “io rischio i soldi e se va male li perdo io”.

Rischio di impresa, significa rischiare ogni giorno di rispettare gli accordi, la qualità promessa, i tempi di consegna e tutto ciò che si è promesso al cliente finale, o appunto non venire pagati. 

L’Italia è la patria degli imprenditori comunisti

garanziaUno dei capisaldi del fare business all’estero e in particolare nei paesi di estrazione anglosassone, è ricevere dal fornitore delle garanzie “no question asked” quando acquisti.

Queste garanzie si riassumono nel fatto che se ciò che mi viene dato non rispetta i termini degli accordi o non è di mio gradimento:

  • me lo rifanno
  • me ne danno uno nuovo o
  • mi ridanno i soldi

a seconda del caso specifico.

Questo avviene sia se sto comprando un frullatore in un supermercato, che se sto acquistando un servizio da un’impresa.

Se sono a Londra come ero un paio di settimane fa e acquisto un tostapane, ho in qualunque momento la possibilità di riportarlo indietro al negozio e (spesso senza mostrare la ricevuta in alcuni megastore!!) la risposta che ottengo alla cassa senza che mi vengano poste altre domande è sempre e solo una :

“Ne vuole uno nuovo o desidera indietro il denaro?”

In Italia questo non succede e al massimo ( di solito dopo averci litigato un bel po’) ti danno un buono di merda per comprare altra roba nel loro pidocchioso negozio.

Io non lo voglio il buono di merda, voglio i soldi indietro come accade a Londra. Cash e sull’unghia.

Quando ho provato a spiegare questa cosa a negozianti e imprenditori in Italia come leva per potenziare il loro business, la risposta più intelligente formulata dal loro spazio vuoto nel cranio che dovrebbe contenere il cervello è stata:

“Eh ma se do le garanzie poi la gente se ne approfitta”

Ora, per te che sei sicuramente più intelligente di questi ramapitechi fuggiti alla legge dell’estinzione e prestati casualmente all’imprenditoria, permettimi di spiegarti il concetto.

Pare ovvio che su base percentuale qualcuno se ne possa approfittare ( e succederà sempre e comunque), ma questa cosa ha un nome specifico, si chiama “Costo di marketing”.

Costo di marketing che permette alla tua attività di attirare persone psicologicamente rilassate verso gli acquisiti e di vendere 100 pezzi invece che 10.

Il problema dell’italiano è che è provinciale nel sangue e non è tagliato nel DNA per fare l’imprenditore.

Per provinciale intendo proprio quel tipo di persona che agisce come se tutto quello che gli capita sia patrimonio dell’umanità e abbia ricadute sulla sua immagine sociale, esattamente come accade nei paesini di provincia dove tutti sanno i cazzi di tutti e per riconoscerti non ti chiedono “Come ti chiami?” ma “A chi sei figlio?”.

Per questo motivo, l’imprenditore ramapiteco di provincia italiano (anche se è nato e cresciuto a Milano si comporta nella stessa maniera, sia ben chiaro), antepone l’orgoglio al business.

Non può tollerare infatti lo “sgarro subito” e per lui il fatto che una strategia commerciale lo metta a rischio che qualcuno “lo faccia cornuto e mazziato” è MOLTO più importante del fatto che i suoi guadagni a fronte di tale sgarbo sarebbero enormemente superiori.

Sì perchè la realtà è che i furbi ci sono anche in Inghilterra, in Germania, in Svizzera come negli Stati Uniti.

Solo che l’imprenditore a stelle e striscie (ma guarda se mi tocca fare l’elogio degli yankee… essù…) lo dà per scontato e appunto mette questi furbi nel reparto mentale “costo di marketing”.

Il Ramapiteco™ invece li inserisce nel reparto “Mimì Metallurgico ferito nell’onore” e quindi sì, due che fanno i furbi ci sono, perciò è meglio vendere 10 tostapane con l’onore illibato che 98 sapendo che due persone mi hanno fatto “connuto” (volontariamente pronunciato alla siciliana con due “n” e senza “r”).

L’ultimo esempio dal vivo mi è capitato con un conoscente che ha un negozio specializzato in attrezzatura da pesca.

Sapendo che sono noto come esperto di vendita, mi ha chiesto consiglio perché spesso gli capita di dover litigare con persone che tornano nel negozio per sostituire canne o attrezzatura della quale non sono soddisfatti.

Altrettanto spesso partono delle sfuriate da entrambe le parti anche davanti ad altri clienti che magari aspettano in fila di essere serviti.

Alla mia domanda:

“Perché non ti limiti semplicemente a sostituirgli l’attrezzatura senza fare domande?”

la risposta è stata la solita:

“Eh, perché questi bastardi se ne approfittano! Io lo so che la canna non era difettosa prima che lui la usasse… chissà che cosa ci ha fatto! E poi a me il grossista mica me la cambia così poi i soldi ce li devo smenare io!”

Il Ramapiteco™ in questione, oltre a accendere la paglia sfregando due pezzi di selce, non ha un cervello in grado di fargli capire alcuni concetti semplici:

  1. Dando la garanzia “te lo cambio senza fare domande”, il livello di diffidenza e resistenza all’acquisto si abbassa enormemente. Non solo il singolo cliente è portato a comprare più merce o merce più cara, ma fa una efficacissima pubblicità gratis al tuo negozio
  2. Anche molti di quelli che fanno il “furbo” una volta magari, si sentono in debito e tornano per comprare nuovamente.
  3. I clienti che assistono alle tue sfuriate per trovare scuse al fine di non sostituire la merce al cliente davanti a loro, comprano meno o evitano di tornare perchè si immedesimano ovviamente nel cliente.
  4. Tutti fanno una pubblicità di merda alla tua attività che avrà sempre meno clienti fino a che non farai parte di quell’ 80% di attività che fallisce nei primi 5 anni dall’apertura.

Tutto questo per non aver accettato che sostituire un retino e una scatoletta di lombrichi ogni tanto senza fare domande é una delle leve di vendita più fruttuose e importanti di tutte.

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In Italia la gente vuole essere pagata per i danni che ti crea e per il tempo che ti fa perdere

waste-moneyLo ripeto: In Italia il Ramapiteco™ che invece di estinguersi ha preferito aprire un’azienda, vuole essere pagato per i danni che ti crea e per il tempo che ti fa perdere, a causa del vuoto cranico che non gli concede di ragionare oltre al cagare nella foresta per non fare puzza vicino all’accampamento e accendere le foglie sfregando i legnetti.

Vuoi qualche esempio di vita reale? Te lo faccio immediatamente:

1: Commissiono a un traduttore professionista un testo da tradurre. Me lo consegna con mesi di ritardo che ne inficiano il lancio e mi causano una serie sterminata di problemi.

Non solo. Il testo è tradotto così da merda che capisco senza verificare sul testo originale cosa la sua testa di cazzo ha tradotto in maniera erronea tanto che è palese il resto del senso della frase.

Se avessi affidato il lavoro a un Australopiteco ( più evoluto del Ramapiteco™) dotato di un dispositivo connesso a internet, con Google Translate avrebbe fatto meglio.

Me lo devo riguardare frase per frase da solo, perchè il mio inglese evidentemente è migliore di quello di un traduttore professionista a quanto pare. E se il mio inglese magari no, la testa sì e questo è più che sufficiente.

Ovviamente ho pagato il servizio come da accordi (dammi del coglione più tardi, per il momento limitati a seguire il concetto).

Risultato: danno economico + danno di tempo buttato + beffa

2: Commissiono a un subumano che fa pure convegni a tema una campagna di web marketing Pay per Click. Pago in anticipo.

Dopo settimane mi arrivano la media di 2-3 lead al giorno (dove per lead per i meno pratici si intendono persone che cliccano sui tuoi annunci di marketing e si iscrivono alle tue liste, newsletter ecc…lasciando i loro dati).

Con i danni causati ai miei account e ai posizionamenti delle mie campagne ( cose tecniche che non ti spiego), mi ritrovo a cacciarlo e per risposta LUI dice a me

“Mi dispiace che sia finita così e che la collaborazione si interrompa”

Lui a me, capisci?

Risultato : Danno economico + Danno in termini di tempo + beffa finale per presa per il culo

3: Commissiono a uno studio grafico un lavoro a prova di idiota, con tanto di “mock up” (immagini di esempio) che avrebbe saputo replicare anche una scimmia ammaestrata con una tavoletta grafica.

Mi arriva una merda che manco un malato di Parkinson avrebbe fatto non degna di grafica che sviluppavo io in basic ai tempi del Commodore 64 e dello Spectrum ZX.

Devo tirare tutto nel cesso ma devo pagare per il tempo che ho fatto perdere (io a loro!!!). Pago.

Risultato: Danno economico + danno di tempo buttato + beffa

4: Commissiono a un programmatore un software con l’accordo esplicito che mi serve per la data X, perché commercialmente in quella data accade un evento promozionale e devo avere quel programma altrimenti il business ad esso legato se ne va chiaramente a donne di facili costumi.

Sto cazzo di programma non arriva. Pagato in anticipo, come premio ho:

Danno ENORME materiale, danno di tempo e super beffa.

Ora, io che sono un SIGNORE, ho pagato tutti pur di non vederli né sentirli mai più.

Non faccio cause a nessuno, né gli spiego perché dovrebbero pagare loro me per danni al mio business, perché sono troppo subumani anche per arrivare a capire il concetto.

Però ti giuro che godrò quel giorno che la loro attività di merda dichiarerà fallimento come merita, che Equitalia o chi per loro gli verrà a portare via la casa e stapperò champagne di annata il giorno che li vedrò iscritti alla lista dei poveri della Caritas mentre elemosineranno un pasto caldo.

Quasi sicuramente stai pensando che io sia uno stronzo, insensibile, bastardo senza cuore, arrogante e che non si augurano queste cose alla “brava gente” ecc…ecc…

Questo è solo perché in Italia hanno lobotomizzato anche te, e ti hanno convinto che le regole della tribù del Ramapiteco™ siano la norma e vadano bene così.

Sei tu che al massimo devi essere “furbo” e ti ci devi adattare per non farti fottere.

Perchè il business da Ramapiteco™ ti farà fallire per forza

Questo è come si fa “business” in Italia : Paga chi viene danneggiato, il cliente ha sempre torto e come appoggi due soldi sul tavolo perché TU sei una persona onesta, dall’altra parte il concetto di “senso del dovere” non esiste più.

Hai pagato e sono tutti cazzi tuoi.

Un sacco di persone mi dicono:

“Ma sei tu che sei pirla, perché non devi mai pagare prima che ti abbiano svolto il lavoro! Fai come me che sono furbo”

ecc…ecc… (come se non ci arrivassi da solo a capire certe cose).

Il problema è che se anche tu ragioni in questo modo, continui a ragionare da provinciale Ramapiteco™ italiota che non capisce il vero senso delle cose e il loro valore.

I soldi non sono mai il vero problema

Il problema per un cliente, non è “Ah, mi ha inculato i soldi”.

Non sono i soldi il problema.

Rileggi bene e fai lo spelling:  non – sono – i – soldi – il – problema

Il problema non è il mio orgoglio ferito nè il denaro. E ti assicuro che seppur con sentimenti diversi, alla fin fine è così per tutti i clienti.

Se tu mi vieni a riparare la caldaia e dopo un giorno in realtà non l’hai veramente riparata e la tua “pezza” salta, il mio problema non è affatto che ti ho pagato.

Il mio problema è il freddo che ho in casa, il dovermi fare la doccia ghiacciata e tutto il tempo che perdo per richiamare te o un altro coglione come te per far riparare nuovamente il guasto. Ci arrivi?

Quindi apri bene le orecchie e cerca di uccidere il provinciale subumano che è dentro di te: il mio problema non è “Non pagarti perchè non hai fatto bene il lavoro”, perchè al tuo danno mi aggiungi anche il problema che devo litigare e perdere ulteriore tempo!

Io vorrei solo un lavoro fatto come si deve e un problema risolto! Niente di più niente di meno.

Vorrei che tu capissi che il sistema italiano, che prevede di base il fatto che tu il lavoro lo faccia sempre male, o consegnato in ritardo o non secondo gli accordi iniziali, è marcio e si autosabota da solo.

Il fatto che il cliente debba sempre stare sulla difensiva, addirittura usare il pagamento come ricatto o almeno “controllo” del lavoro che viene svolto, è una follia che ti hanno convinto sia una cosa normale. Ma non lo è.

I comportamenti che uccidono il business delle aziende italiane

Social-media-black-holeOra vorrei che tu capissi il punto il più velocemente possibile. In Italia è estremamente difficile fare business per un motivo molto semplice.

Se stai pensando alla “crisi” la tua risposta è sbagliata.

Durante le crisi, non c’è come pensa lo sfigato “meno denaro per tutti”.

In realtà c’è più denaro per pochi.

Quei pochi che riescono a dare al mercato ciò che cerca veramente, risolvendo problemi con

  • Precisione
  • Velocità
  • Rispetto degli accordi

prendono tutto ciò che gira sul tavolo.

Il problema è che in Italia in molti settori non ci sono nemmeno quei “pochi” che prendono quello che c’è sul piatto, perché per deformazione mentale la gente lavora male e tira fregature come norma e non come eccezione.

Sempre la stessa solfa:

“Intanto PAGA e poi vediamo…”

Se pensi che stia esagerando e sono troppo severo, cerca di accendere il cervello con lucidità distaccata e ti accorgerai che invece sono spesso sin troppo “morbido”.

Se io contatto dieci fornitori per un problema specifico, considera che se ho a che fare con persone serie, almeno la metà di loro dovrebbe dirmi che non può aiutarmi perché sono specializzati in altro, non hanno modo, macchinari, tempo, personale adeguato ecc…

L’Italia invece è il paese dell’inculata feroce e senza pietà. Del “tutti fanno tutto”. Del “intanto fallo firmare, prendi i soldi che poi vediamo come fare”.

Mai che ti dicano:

“Guarda non posso perché non sono specializzato in…perché mi manca il tal macchinario…perché non ho il personale giusto per…perché non esiste soluzione per il tuo problema…”

NO! Tutti possono farti TUTTO!

Anche tu hai un’azienda del genere o fai il venditore per un’azienda del genere?

Di quelle che pur di campare prende su qualunque lavoro, mentendo spudoratamente ai clienti pur sapendo di non avere le competenze, i macchinari, il personale o semplicemente il tempo per consegnare il lavoro secondo gli standard richiesti?

Bene, allora Giggino mio, sappi che la “crisi” esiste, perchè la crisi sei tu a crearla con il tuo comportamento da idiota.

La soluzione per vendere di più è più semplice di quello che credi

Come ti dicevo, in Italia è difficile fare business perché le persone sono estremamente diffidenti.

Venditore Vincente – il Sistema di Vendita Professionale è nato proprio perchè metodi stranieri come lo yankee SPIN Selling o il Käser, formulato da uno Svizzero negli anni ’60, secondo quella che è stata la mia esperienza non funzionano se non in maniera blanda in un mercato complesso e difficile come quello italiano.

Meglio di un calcio nei coglioni sicuramente, ma non quello che ti serve per vincere là fuori contro le mitragliatrici del mercato e della concorrenza.

Hai mai fatto una trattativa con uno statunitense, che mette la fiducia come inizio della relazione e non come da noi dove è un punto (eventuale) di arrivo? In quel caso potresti anche usare SPIN Selling. In Italia se vuoi prendere dei calci nel culo accomodati.

Hai mai visto uno svizzero fare una trattativa? Un popolo che quando dice A è A e se dice 12.30 alle 12.29 ha già consegnato la merce ed è sulla via del ritorno?

A maggior ragione in un momento di contrazione economica fortissima come quello che stiamo sperimentando negli ultimi anni, questa roba non solo è passata di moda. E’ utile come una finestra disegnata sul muro.

Il problema come ti dicevo è che questa diffidenza e difficoltà sono generate proprio per il modo terribile di garantire il lavoro da parte delle aziende italiane.

Mi riferisco a 360°, dal modo di condurre il business del piccolo negozio sino alla grande S.P.A. La differenza nella sostanza e nel modo di comportarsi è spesso minima.

La “sòla” come dicono i miei amici di Roma è sempre dietro l’angolo e il cliente italiano è diffidente perchè sa bene che se paga e prende la fregatura, in Italia la legge non lo tutela.

Sì puoi fare causa, che durerà probabilmente un decennio, che costerà molto di più del danno subito e comunque non hai mai la certezza del diritto.

E comunque il problema è che io non volevo vincere una guerra… volevo solo la mia cazzo di caldaia riparata per farmi la doccia calda. Ecco.

Ci stai arrivando ora?

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4 Cose da fare per aumentare da subito le tue vendite

Scusami se mi sono dilungato un po’ ma era un po’ di tempo che volevo dire queste cose, avevo sto articolo in canna e volevo sul serio che tu capissi perfettamente il concetto.

Voglio darti ora un vademecum per cambiare immediatamente i tuoi risultati in termini di vendita, il ché non è difficile perché le aspettative dei clienti sono così basse che in Italia con il minimo sindacale preteso altrove sembrerai un genio del business.

  1. Specializzati. Smettila di fare il ciarlatano che “può fare tutto per tutti”. Non ti crederà nessuno e invece che “lasciarti aperte più possibilità” non farai altro che perdere opportunità su opportunità. Crea la tua Brand e comunica chiaramente “So fare questo e solo questo“.
  2. Comunica questa tua differenza (magari studia un po’ di Copywriting per comunicare efficacemente ai fini della vendita sul tuo sito, blog, e-mail, brochure ecc..) e comincia a rifiutare clienti che non sono nel tuo “core business”. Indirizzali altrove se puoi o digli semplicemente e in maniera sincera che non puoi aiutarli, perchè non sei specializzato, perchè non hai gli strumenti, le persone o perchè il suo problema per come lui lo percepisce non può essere risolto. Fine.
  3. Offri una garanzia che elimini completamente il rischio per il cliente nel rivolgersi a te. Più elimini il rischio per il cliente, più rendi facili le tue vendite e per lui acquistare.
  4. Inserisci nei patti in maniera chiara il fatto che se il prodotto/servizio non rispetta i gusti del cliente o i tempi di consegna o il livello di qualità che avrebbe applicato il buon padre di famiglia tu e la tua azienda:
        • Gli ridate i soldi
        • Gli sostituite il prodotto con uno nuovo (Apple fa così)
        • Gli rifate il lavoro finché non va bene

Se sei un venditore e la tua azienda non ti permette di includere una o più garanzie per il tuo cliente quando tu ci metti la faccia, sappi che la risposta è una sola : quella non è un’azienda per la quale valga la pena lavorare. Fine delle discussioni.

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Avevo detto quattro cose ma te ne aggiungo una che a me sembra scontata e comunque è utile solo se la metti alla fine di questo processo : fornisci un’esperienza indimenticabile ai tuoi clienti e il futuro ti appartiene.

Ti lascio con alcune testimonianze dall’ultima edizione di Venditore Vincente, per farti capire cosa intendo:

Schermata 2013-11-05 alle 13.54.41

 

Schermata 2013-11-10 alle 14.17.32

C’è solo una cosa che devi imparare a fare: portare risultati

Quando porti risultati e mantieni o meglio ancora come nel nostro caso, superi le aspettative, le chiacchiere stanno a zero e puoi lasciare i competitor a mangiare la polvere e rosicare per i tuoi successi, mentre i tuoi clienti saranno i tuoi supporter e faranno il tifo per te.

Ed ecco per chiudere un mini video scherzoso per celebrare i 140 partecipanti di questa edizione e i relatori ospiti. Il più grande successo di sempre per un corso di vendita ad alto budget in Italia.

Per la prima volta abbiamo avuto 6 studenti “anziani”, che hanno frequentato la prima edizione, che hanno accettato di venire a condividere con le nuove leve i segreti dell’applicazione di Venditore Vincente nei loro settori specifici.

La vera verità per chi ha seguito il lancio è che abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni settimane prima della data prevista, perché i pompieri ci avrebbero fatto sgombrare… c’era la gente sulle pareti! :)

Non perdere tempo e comincia a prenotarti già da ora per la prossima edizione se non vuoi rimanere fuori come è capitato a decine di ragazzi questa volta ma che si sono già accaparrati i posti per il prossimo giro di giostra :)

Rock ‘n Roll.

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89 comment

  1. FABRIZIO
  2. Nicola
  3. Danilo
  4. Pal
    • Staff Venditore Vincente
  5. Roberta
  6. Silvia
  7. Daniele
    • Staff Venditore Vincente
  8. LORIS PERSELLO
  9. alberto
  10. Alberto Restelli
  11. Alberto Romani
  12. JT
  13. raffaele
  14. Andrea
    • Staff Venditore Vincente
  15. Andrea Tavella
  16. Andrea Tavella
  17. Silvia
    • Staff Venditore Vincente
  18. Antonio
    • Antonio
        • Antonio
  19. Patrick
  20. Patrick
  21. Thomas
  22. Mirko
  23. Davide
  24. Li Zzy
  25. Tonino Maresca

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