Come il corso Venditore Vincente ha cambiato la mia vita
Sì, quella che segue è la mia testimonianza sul corso Venditore Vincente, anzi meglio, sul mio percorso Venditore Vincente.
Ma attenzione,
– non è una slecchinata per Frank (che mi paga di più se evito di dire quanto è bravo e bello :) )
– non è la dichiarazione d’amore di una fan (qualcuno ha parlato di adepti di una setta e di gonzi alla mercé dell’imbonitore da baraccone?)
– ma soprattutto non è il resoconto di un’esperienza emotivamente gratificante, rilasciato sull’onda dell’entusiasmo, nei giorni successivi alla frequentazione di un corso.
E’ esattamente il contrario.
E’ l’analisi lucida e oggettiva di cosa è successo a me e alla mia azienda, dopo che neanche un anno fa, ho deciso che io, a quella 7° edizione del corso Venditore Vincente (ottobre 2014), ci sarei stata. Ad ogni costo.
E se continui a leggere, potresti intravvedere anche il tuo futuro, sia se deciderai di esserci, sia se deciderai che l’edizione LEGENDS di VV non fa per te.
A settembre 2014 compivo 40 anni e in programma per ottobre c’era un viaggio negli Stati Uniti con mio marito.
Decisi che era più importante andare a Bologna a piantare dei semi per una vita diversa, piuttosto che rincorrere piccole soddisfazioni una tantum e da “poveretti”, come il “viaggio importante” per i 40 anni.
Tanto per cominciare ci tengo a precisare che ciò che influì molto sulla mia decisione, fu sentire uno dei partecipanti a un’edizione precedente di Venditore Vincente, dirmi che a lui il corso non era piaciuto, per il modo di fare di Frank, che dava retta solo ai suoi amici e non cagava nessun altro.